Oggi sento di dire che sono e sono sempre stata una ricercatrice nel campo dell’a coscienza…ho iniziato molto giovane a interessarmi sul senso della vita e dico che sono una ricercatrice poiché mi piace scoprire o esplorare il senso profondo delle cose, del mio accadere e la meraviglia dei percorsi individuali. Oggi posso permettermi il lusso di occuparmi di essere umano, di potenziale, di energia nell’uomo, grazie a tutti quelli che sono venuti prima di me, ai miei avi, ai miei genitori, a tutta quella parte di umanità che si è occupata di costruire una base materiale sufficientemente solida per poterci interessare di qualcosa di più ineffabile, delle altre parti che compongono l’uomo: la mente, le sue emozioni, la sua energia e la sua coscienza.
Tutti questi anni mi hanno permesso di conoscere l’essere umano in profondità e in altezza, con la meraviglia di stare a fianco dei miei pazienti attraverso il dolore, la sofferenza nella “piccolezza” delle proprie nevrosi e accompagnarle a scoprire la “grandezza” vivificante e curativa del proprio nucleo energetico universale.
Ritengo esista un’intelligenza sapiente e sacra alla base di ogni processo vitale, di ogni forma presente sul pianeta, un flusso di energia che attraversa ogni percorso peculiare e personale di esistenza: in bioenergetica la chiamiamo appunto Bioenergia, ovvero energia del bios, del vivente.. Quando ho scelto Psicologia ero animata dal desiderio di andare oltre l’apparente… poi ho incontrato la bioenergetica e mi ha trasformato radicalmente, ha abbracciato le mie convinzioni sulla vita e mi ha fatto conoscere me stessa, attraverso l’ascolto, attraverso i miei limiti corporei, ha ridato vita a parti di me, al mio sentire sepolto; mi ha liberato da molte catene interiori. Poi ho incontrato la meditazione di consapevolezza e mi ha insegnato ad accettarmi ed amarmi.
Mi occupo di problemi psicologici, perché sono quello che impedisce all’uomo di svilupparsi al meglio del proprio potenziale, gli impediscono di essere chi pienamente è e di contattare il proprio nucleo profondo e quindi di essere libero. Libero dentro per essere libero fuori, liberarsi dai propri blocchi interni vuol dire liberarsi dal proprio tiranno interno, e quindi essere più consapevoli e padroni di sé stessi e della propria vita, in grado cioè di dirigerla maggiormente verso la realizzazione dei propri desideri, e verso l’autoaccettazione.
Ora cosa faccio nella mia pratica di psicoterapeuta? creo uno spazio di esplorazione e di stimolo alla scoperta di porzioni sempre maggiori di chi si è, di sempre maggiori porzioni del proprio potenziale, di approfondimento della consapevolezza di sé in modo da recuperare salute, armonia e gioia nella propria vita.
Quella che propongo è una via, una via esperienziale; per me la base di questa via è il corpo, poiché il corpo è la base di ogni esperienza, così come è il tempio del nostro spirito, il ricettacolo della nostra essenza.